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Immagine del redattoreFabio Bonaiti

Carenno: presentazione del progetto di edilizia storica medievale

Aggiornamento: 5 gen


L’evento, andato in scena giovedì 30 novembre presso la sede del civico Museo Ca' Martì in collaborazione con la Fondazione Lemine di Almenno San Bartolomeo, rientrava nella rassegna culturale (e religiosa) “Estate di San Martino – XXXII edizione”, promossa dalla Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino e dall’Ecomuseo Val San Martino: 16 eventi in un mese, ripartiti nei Comuni del comprensorio, in collaborazione con più di 20 soggetti del territorio della Valle ed oltre. Inoltre, attraverso il museo stesso, all’interno dell’“Estate di San Martino” è stato valorizzato anche il percorso condiviso che vede coinvolti, grazie al progetto biennale denominato “Apriamoci alla bellezza” promosso dal Sistema Museale della Provincia di Lecco e sostenuto dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese e da Lario Reti Holding, i luoghi della cultura del nostro comprensorio (ovvero il nostro museo, il Giardino Botanico di Villa de Ponti, il Museo della Seta Abegg, il Complesso di Santa Maria del Lavello) che prevede un ampliamento delle aperture dei musei proprio come sta avvenendo in questa ed è già avvenuto in altre occasioni.

Si è scelto di presentare i risultati della ricerca in oggetto nella sede del Museo “Ca’ Martì e la Valle dei Muratori” non soltanto poiché commissionata dal Museo stesso per il tramite del Comune di Carenno che ha creduto in essa ne ha sostenuto i costi cofinanziando le risorse messe in gioco dal BIM ma perché i contenuti della ricerca attengono particolarmente alla missione del museo e dell’Associazione “Gruppo Muratori e Amici di Ca’ Martì” ad esso collegata ovvero lo studio e la trasmissione della memoria legata all’attività dei muratori e dei saperi legati all’edilizia tradizione. Dunque, un’analisi degli edifici e degli elementi architettonici di epoca medievale, coevi all’origine del borgo di Carenno come suggerisce anche la documentazione storica, risulta imprescindibile per ogni altra considerazione sull’edificato attuale in chiave di valorizzazione e tutela del medesimo.

L’archeologia dell’architettura è una disciplina che ha in comune con l’archeologia tradizionale, da scavo, l’analisi stratigrafica delle murature al fine di comprendere la genesi e le trasformazioni degli edifici storici e una loro datazione attraverso le apparecchiature murarie e gli elementi architettonici puntualmente confrontati. Ovviamente, l’indagine in oggetto, ha richiesto una ricognizione integrata delle fonti storiche per delineare il contesto in cui è situato Carenno ma le evidenze (34 edifici, 7 elementi architettonici) concorrono, a loro volta, ad integrare il quadro delle fonti documentarie (archivistiche) e materiali (artistiche ed architettoniche) che permettono di ricostruirne la storia medievale. Quadro che si delinea, dunque, attraverso il maggior numero possibile di confronti in ambito bergamasco (la cui banca dati sta diventando molto consistente e significativa) e l’integrazione tra le diverse discipline. Breve profilo storico della Carenno medievale.

Unitamente alle ricerche effettuate a Caprino Bergamasco e a Villa D’Adda è possibile fare un ragionamento molto interessante e significativamente rappresentativo in merito alla Val San Martino al fine di mettere a fuoco le caratteristiche architettoniche dell’edificato medievale di questa porzione estrema occidentale del territorio di Bergamo [lapsus in copertina] dalla montagna (Carenno), alla collina (Caprino Bergamasco) alla riva abduana (Villa d’Adda a cui si possono aggiungere, fuori dalla Val San Martino, Carvico e Bonate Sopra). In tal senso, verrà proposto in futuro uno specifico momento di approfondimento territoriale.

Erano presenti il Sindaco Luca Pigazzini, l’Assessore alla Cultura Gabriella Zaina, il Sindaco di Erve Gian Carlo Valsecchi, rappresentante per la Val San Martino del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio (sostenitore del progetto fin dalla prima edizione del 2017), il Segretario Generale della Fondazione Lemine Nicola Cremonesi, il Coordinatore dell’Ecomuseo Val San Martino e referente scientifico del Museo Ca’ Martì Fabio Bonaiti, la prof.ssa Federica Matteoni, Ricercatrice dell’Università Cattolica, coadiuvata dalle archeologhe specializzate Chiara Pupella e Caterina Vergine.


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