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  • Fabio Bonaiti

Da 90 anni casa di preghiera: la Consacrazione della nuova chiesa parrocchiale di Carenno (1925-2005


È un lungo, commovente "amarcord" quello di Fabio Bonaiti, docente di Lettere nella Scuola secondaria di primo grado di Pontida, appassionato di storia locale nonché Coordinatore e membro dell'Ecomuseo della Valle San Martino, che ieri sera ha ripercorso insieme ai Carennesi le tappe della costruzione della Chiesa dell'Immacolata, edificio consacrato esattamente 90 anni fa.

«Dopo l'abbandono della vecchia chiesa, trasformata in casa parrocchiale, e il trasferimento dei suoi altari, i cittadini di Carenno, supportati dall'allora parroco Don Balestra, si sono subito messi all'opera per la costruzione di questa nuova struttura», ha spiegato il professore. «Sono tantissimi i documenti che narrano le fasi di lavoro: importantissima è la testimonianza riguardo la posa della prima pietra nel 1908, abbinata a festeggiamenti, a cui erano presenti due tra i corpi musicali più antichi della zona, quello di Calolziocorte e quello di Palazzago, manifestazioni, accompagnata da una solenne epigrafe e da una pergamena. Non possiamo non citare nella nostra "carrellata" l'architetto Luigi Angelini (1884-1965), che dopo aver conseguito la laurea al Politecnico di Milano, essersi recato a Roma e aver ricevuto importanti incarichi a Bergamo, quali ad esempio la direzione di un'importante scuola d'arte e il progetto per la rivalutazione e la riqualifica del nucleo storico della città, è approdato qui a Carenno, appena ventiquattrenne, per dedicarsi all'imponente progetto della chiesa. È il 25 luglio del 1908 quando questo giovanissimo riceve l'incarico, gestendolo però "a distanza", dal momento che non abitava in zona, ma seguendolo sempre con grandissimo interesse: l'architetto è infatti venuto in paese a controllare i lavori ben trentaquattro volte, cosa assolutamente non facile per l'epoca; alla direzione dei lavori, il capomastro Rocco Rossetti».

Sono tante e tutte intrise della passione dei costruttori, provenienti da tutti i ceti sociali, le pagine che raccontano a livello più o meno aneddotico le vicende della costruzione della chiesa, progetto monumentale per glorificare il Signore, ma anche per dare sfoggio della grande capacità e dell'alto livello delle maestranze carennesi. A supportare la popolazione e i muratori, oltre al parroco don Nicola Balestra, anche Don Alberto Grena, allontanatosi da Carenno nel 1911 per andare in Libia, e don Adamo Tellini, ricordato soprattutto in relazione all'anno 1914, che segna una svolta importante per i lavori della chiesa, con la realizzazione del tetto, della volta, della facciata e del cornicione. Il progetto compare inoltre sulla "Rivista architettonica italiana", segno della grande importanza dell'opera, i cui lavori continuano con vicende alterne fino al termine della Prima Guerra Mondiale, che stronca la vita a ventinove carennesi.

Gli anni dal '22 al '24 sono decisivi per la nuova chiesa: a don Balestra subentra don Vincenzo Cavallari, storico parroco di Carenno dal 1924 al 1969, che supporta i lavori nella loro fase finale, accogliendo l'eredità del suo predecessore e spronando lo sforzo conclusivo di quest'opera iniziata anni addietro.

Importantissimo è il "Numero unico" del 1924, di cui si conserva una copia in archivio, una sorta di bollettino parrocchiale in cui, oltre ai numerosi articoli anonimi, compare il "manifesto programmatico" di don Cavallari, che si congratula per la grandiosità della chiesa, per gli "eroici sacrifici" dei cittadini e rende merito dell'eccellente lavoro svolto fino a quel momento a don Balestra a cui era subentrato formalmente il 29 luglio di quell'anno, ricevendo però la solenne nomina di parroco all'inizio di febbraio del '25, nello stesso periodo di consacrazione della chiesa. Sono sempre di don Cavallari le toccanti pagine del "Numero unico" in cui delinea la figura del parroco, i suoi doveri verso i parrocchiani e i doveri dei parrocchiani nei suoi confronti. Sempre nel "Numero unico" compare il programma delle festività del 6, 7, 8 e 9 dicembre, quelle per l'Immacolata, prologo per quelle successive, culminanti nella consacrazione solenne del 3 febbraio del 1925, testimoniata da una lapide in latino.

«Ritengo che questi siano momenti di grandissima importanza per la comunità: la ricerca delle fonti e l'indagine dei documenti ci permettono di capire le basi storiche e i fondamenti su cui si basa il nostro passato, e sono la "chiave" per costruire e progettare il nostro futuro», ha continuato il professor Bonaiti.

Presente all'evento anche il parroco di Carenno don Angelo Riva: «Il sacrificio e l'entusiasmo che novant'anni fa hanno ispirato i Carennesi li ho ritrovati quando la comunità si è imbarcata nell'impegnativo progetto della sala della comunità, terminata e inaugurata lo scorso giugno alla presenza del vescovo Francesco Beschi. È rimasto da costruire qualcos'altro? Direi di no, quindi ora mi dedicherò alla costruzione di una comunità di persone», ha affermato il Parroco alla fine dell'interessante conferenza.

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