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  • Fabio Bonaiti

Carte di fede. Alla scoperta dell'archivio storico parrocchiale di Carenno


«Mi ricordo di quando monsignor Pesenti, Cancelliere della Curia di Bergamo, mi disse di curare le carte dell'archivio come avrei curato il tabernacolo»: così don Angelo Riva, tornando indietro con la memoria, ha “dato il la” alla conferenza tenuta dal professor Fabio Bonaiti nella serata di mercoledì 23 luglio a Carenno. La "lezione", divisa in due parti, si è svolta nella chiesa parrocchiale e, in un primo momento si è parlato dei passaggi burocratici che hanno portato alla norma generale di costituzione di un archivio, soffermandosi in particolare sul 1955, anno in cui papa Pio IX si attivò per promuovere la conservazione, il riordino, la consultazione dello stesso nonché la formazione degli addetti e il restauro delle carte, oltre che all'apertura di relazioni con archivi non ecclesiastici.

«Un Archivio parrocchiale assolve alla duplice funzione di mezzo di trasmissione della storia di vescovi, parroci, missionari, e mezzo di consolidamento della tradizione in quanto deposito della memoria della vita della Chiesa. Oltretutto, svolge una rilevante azione pastorale, in quanto fa accrescere il senso di appartenenza ecclesiastica e il radicamento dell'istituzione in un determinato territorio», ha spiegato il docente.

Si è poi parlato della struttura di un archivio, analizzando in particolare quella delle "carte di fede" della parrocchia interessata.

Nella seconda parte, la più interattiva, gli astanti si sono spostati, insieme al professore e a don Angelo, in Sacrestia dove hanno potuto osservare alcuni documenti prelevati dall'archivio, scelti da Bonaiti perché particolarmente interessanti. Sono state infatti analizzate carte riguardanti la problematica situazione dell'istituzione scolastica, verbali di inchieste, registri dei battesimi, una lettera inviata da Napoleone, carte di carattere commerciale.

La serata, che ha riscosso notevole successo, è terminata con una "provocazione", lanciata dall’esperto, il quale ha invitato i carennesi alla continua ricerca e all’interesse verso questo patrimonio inestimabile, ossatura di una comunità di cui è possibile ricercare le radici per vivere, oggi, a distanza di secoli, più consapevolmente il proprio ruolo di parrocchiani e cittadini.

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